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Giovane paziente con bilirubina elevata e calcoli alla cistifellea.

La cistifellea o colecisti è un organo di piccola dimensione facente parte dell'apparato digerente; ha il compito di immagazzinare la bile che, prodotta dal fegato, verrà poi utilizzata nel processo digestivo; infatti, essa aiuta ad emulsionare i grassi e partecipa all’assorbimento delle vitamine (D, E, K, A), aiuta ad eliminare la bilirubina e neutralizzare l’eccesso di acidità del cibo che dallo stomaco arriva al duodeno.

Quando sono presenti dei calcoli, che a volte possono essere dolorosi e causare reflusso biliare, parte della bile può risalire verso lo stomaco, a volte raggiungere l'esofago; questo può creare una infiammazione delle mucose gastriche ed esofagee provocando dolori all'addome e nausea.

Per il caso della giovane donna descritto in questo articolo, durante l’anamnesi ho raccolto tutte le informazioni possibili relative al suo stile di vita ed abitudini, analizzato i valori ematici e studiato i referti medici: la paziente ha la sindrome di Gilbert e presenta sabbia biliare nella cistifellea.

Al momento non praticava attività sportiva, non fumava e non consumava bevande alcoliche.

I sintomi presentati sono: gonfiore addominale, insonnia, mancanza di concentrazione, affaticamento cronico e nausea.

Questi problemi gastrointestinali erano iniziati già in età infantile, ma la nausea maledetta l'aveva portata persino ad interrompere gli studi universitari.

Dalla valutazione nutrizionale emerge chiaramente che la ragazza fa una vita sedentaria, durante il giorno consuma molti cibi ad alto contenuto di grassi saturi ed importanti quantità di carboidrati raffinati: tutti errori predisponenti alla formazione dei calcoli.

Come potevo intervenire?

Il software esclusivo BMS eDiet mi ha permesso di elaborare tutte le informazioni raccolte per proporre alla paziente un percorso nutrizionale su base funzionale e cronobiologia.

Per prima cosa ho dato priorità alle condizioni gastrointestinali ed al sonno che, inevitabilmente, pregiudica il metabolismo biliare e quindi la conseguente cattiva digestione, in quanto è molto stretto il legame tra fegato “poco sano” e qualità del sonno.

Il fegato è considerato il “laboratorio chimico del nostro organismo”, svolge funzioni vitali, tra le quali cito:

- La detossificazione delle sostanze nocive

- La produzione di bile per la digestione dei grassi

- La metabolizzazione dei nutrienti provenienti dal cibo.

Quando la sua efficienza metabolica si riduce, si ha un accumulo di tossine nel corpo, che possono disturbare il sonno, causare problemi digestivi, infiammazione e squilibri ormonali, influenzando anche i livelli di melatonina e cortisolo, fondamentali per un sonno di qualità.

Per migliorare la salute del fegato della paziente e quindi del suo sonno, è stato importante seguire precise sequenze cronobiologiche elaborate nel BMS e proporle combinazioni alimentari specifiche e funzionali.

Uno dei tanti errori nutrizionali e comportamentali riscontrati era la frettolosa colazione, costituita da Tè o caffè e biscotti, che favorisce processi di iperfermentazione intestinale, poca autonomia glicemica e stimola anche nausea.

In effetti in simili condizioni cliniche, un esempio di colazione adeguata, deve essere composta da frutta, più pane con burro, miele o olio e marmellata; il pranzo deve prevedere una quota proteica (naturalmente sono vietati i formaggi stagionati perché alterano la coniugazione della bilirubina rendendo più difficoltosa la digestione); infine la cena deve comprendere una quota di carboidrati a lento rilascio accompagnate da verdure diuretiche, in modo da stimolare il drenaggio.

Oltre all’anamnesi ed alla valutazione delle risultanze cliniche, è stato fondamentale il supporto di informazioni provenienti dal test genetico, strumento eccezionale per individuare con precisione il funzionamento di precise vie metaboliche:

- Mutazione omozigote sulla variante C677 T a carico del gene MTHFR: questo polimorfismo può portare a carenza di vitamina B12, B6, folati e aumento di omocisteina. I folati sono coinvolti nella disintossicazione di sostanze chimiche dall’organismo quindi, la ridotta attività di questo enzima può compromettere la capacità del corpo di rimuoverle efficacemente. Alcuni studi hanno suggerito la correlazione tra la mutazione MTHFR e l'aumento di spina bifida durante lo sviluppo fetale, malattie cardiovascolari, trombosi e altre condizioni. Attualmente sono note circa 40 diverse alterazioni geniche a carico del gene MTHFR, ma le più conosciute sono due, C677T e A1298C, che comportano una diversa perdita di funzionalità in base al tipo di mutazione.

- Intolleranza al lattosio per presenza di polimorfismo su LCT.

 - Polimorfismi sui geni IL6 e TNF: a seconda dei polimorfismi presenti, possono essere consigliati quantitativi personalizzati di specifici antiossidanti e di Omega 3  (acidi grassi polinsaturi, sono sostanze che l'organismo non è in grado di produrre da solo, per questo motivo sono detti essenziali, devono essere assunti con il cibo o con gli integratori e sono fondamentali nella riparazione della membrana cellulare e per la protezione dal punto di vista cardiovascolare, nonchè della modulazione dei processi infiammatori).

- Polimorfismi sui geni SOD2 e GPX: quindi la necessità di aumentare il fabbisogno di antiossidanti essenzialmente rappresentati dalla vitamina C, E, A.

-Polimorfismo sul gene CYP1A2: enzima coinvolto sia nella rimozione delle tossine come cancerogeni dei cibi e dei fumi che nel metabolismo della caffeina.

- Polimorfismi sul gene VDR: quindi adeguato apporto di Vitamina D.

Esaminando i risultati del test nutrigenetico BMS, basandomi sui dati clinici e le informazioni anamnestiche e dopo aver studiato, con impedenziometro di alta gamma In Body 770, la composizione corporea della giovane donna, ho potuto elaborare, attraverso il software eDiet, il piano nutrizionale personalizzato.

Il miglior percorso nutrizionale per la mia paziente è stato costruito tenendo conto del profilo genetico, delle eventuali patologie e, per quanto possibile, delle sue preferenze e dei suoi gusti alimentari ed è stato adattato al particolare periodo della vita che stava vivendo.

In seguito ai suoi disturbi, viveva una sorta di autoisolamento e in più aveva una visione distorta della propria immagine corporea, era ansiosa ed incline ad atteggiamenti ossessivi.

Insieme all’individuazione di un profilo nutrizionale altamente personalizzato, è stato necessario un percorso di psicoterapia: del resto l’approccio personalizzato del BMS non può trascurare gli aspetti emotivi.

In conclusione, man mano che la paziente è andata avanti nel suo percorso, ho visto gradualmente riprendere autostima ed uscire dalla solitudine in cui si era rifugiata, la nausea solo un ricordo, era soddisfatta di sé stessa e del suo corpo ed oggi, molto motivata a realizzare il suo sogno, ha ripreso finalmente i suoi studi.

Dott.ssa Grazia Fini

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Se vogliamo prenderci cura di un disagio psichico, sia che esso provochi sono una sofferenza intima personale sia che sfoci in un comportamento disfunzionale, dobbiamo sempre ricordarci cos’è un disagio psichico.

Un disagio psichico non è esclusivamente una tara genetica o una disfunzionalità fisiologica. In alcuni casi le basi genetiche o fisiologiche saranno elementi importanti di una difficoltà psicologica, ma, al contrario di quello che vorrebbe il modello biomedico, non saranno mai l’unico e principale fattore di genesi e mantenimento di un disturbo psichico (con o senza risvolti comportamentali).

Contemporaneamente, un disturbo psichico non sarà nemmeno mai nemmeno il frutto della mera educazione, per quanto distorta essa possa essere.

Un’educazione terribile impatta sempre in una sensibilità particolare, e qua si inizia a percepire quello che chiamiamo un modello bio-psico-sociale della patologia: una lettura del fenomeno che prende in considerazione il bio (ad esempio genetica) psico (ad esempio un trauma come una violenza sessuale) sociale (ad esempio lettura sociale di quel determinato trauma, come il senso di colpa associato alla violenza sessuale subita).

Questa lettura complessa permette di cogliere appieno i vari fattori del disagio, ne testimonia l’unicità di ogni fenomeno, indica chiaramente cole la cura debba essere necessariamente pensata nei termini di equipe specialistica. Tuttavia, nel disagio psichico, questa lettura non esaurisce completamente la comprensione del fenomeno disagio psichico.

Per comprendere a fondo e curare al meglio un disagio psichico, non bisogna mai dimenticarne la sua natura adattiva.

Infatti, per quanto paradossale, il disagio psichico è sempre una soluzione adattiva per l’individuo che ne soffre, la migliore soluzione che una persona è riuscita a dare a delle proprie difficoltà di vita.

Alle volte il disagio si è sviluppato come tentativo automedicale di un disagio più profondo: ad esempio l’alcolismo per coprire una depressione potenzialmente devastante. Oppure “normalizzare” la violenza interpersonale che si subisce nelle relazioni per “salvare” il ricordo delle prime relazioni affettive traumatiche con genitori violenti, necessarie al mantenimento della propria sicurezza e auto-stima.

In ogni caso si può giungere alla comprensione di fenomeni adattivi personali dietro ogni disagio psichico.

I disagi psichici hanno sempre la caratteristica di essere dei tentativi (più o meno riusciti) di cura di problematiche più profonde e gravi (almeno così percepite dal soggetto).

Questo aspetto adattivo è fondamentale per due motivi principali (e molti altri ancora secondari):

1) È evidente che, se questo modello è vero, ogni fenomeno di disagio è unico ed individuale e, nello stesso tempo, ogni tentativo di cura deve essere personalizzato a partire dall’individualità unica e irripetibile del soggetto

2) Si può comprendere solo all’interno della conoscenza e della cura della persona in toto, nella sua storia e nella sua sensibilità, quindi senza poter prendere scorciatoie di cura che riguardino esclusivamente il sintomo o la malattia.

3) Non si può pensare di eliminare immediatamente il sintomo senza considerare il fatto che questo creerà nella persona uno squilibrio psicologico importante: la persona si troverà in alto mare, in balia delle sue problematiche più profonde, sprovvista del suo “salvagente patologico” e senza la capacità di nuotare, con il rischio reale di soccombere (ad esempio ad una frammentazione psichica); il soggetto facilmente sceglierà di tornare al proprio salvagente e smettere di curarsi.

Questo concetto, semplice ma che ben fa capire il fallimento di tanti tentativi di cura.

La consapevolezza che il disagio psichico, nelle sue forme intime o comportamentali, debba essere sempre visto come il tentativo che la persona ha messo in atto nella sua vita per trovare un equilibrio rispetto a problematiche (..percepite come..) più gravi, è fondamentale non solo per lo psicologo o lo psichiatra, ma per tutti quei professionisti che si cimentano nell’arte della cura, compresi i nutrizionisti.

Anche il nutrizionista deve avere ben chiaro che i suoi clienti gli presenteranno problematiche che, sino a quel momento della loro vita, in realtà sono state soluzioni a problemi percepiti come più difficili da affrontare.

Per cui è fondamentale che anche il nutrizionista, nel suo lavoro, si orienti alla cura della persona e non del sintomo, che comprenda i tempi dei suoi clienti, che ne rispetti le difficoltà, che lo aiuti gradualmente a trovare soluzioni più efficaci nella sua vita.

Può sembrare paradossale, ma per una persona obesa perdere peso può essere in realtà un problema: può portare a farlo ricontattare le sue fragilità, a rimettersi in gioco dal punto di vista affettivo e estetico, ecc…ecc..

Allo stesso modo levare alcool o junk food ad una persona può essere difficile se per lei queste abitudini compensavano carenze affettive.

Questo lavoro è possibile solo conoscendo la persona che si ha di fronte approfonditamente , “perdendo tempo” nell’anamnesi, “perdendo tempo” ad empatizzare e scoprire la realtà unica a cui si trovano di fronte.

Il processo di cura alla fine è proprio questo, “perdere tempo” per conoscere a fondo la persona nei suoi vissuti e significati, non focalizzarsi sul sintomo ma “perdere tempo” per scoprire chi abbiamo di fronte e capire come collaborare per trovare la (sua) migliore soluzione, altrimenti si rischia di realizzare la famosa battuta: “…l’operazione è andata perfettamente, il paziente è morto..”

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Voglio presentare in questo articolo il caso di Francesca, così che chiameremo la nostra paziente affetta da PCOS (acronimo di Poly-Cystic Ovary Syndrome):

si tratta di un disordine del sistema endocrino e metabolico che colpisce il 15-18% delle donne in età riproduttiva.

Definita anche con il nome di policitosi ovarica. La sola presenza di cisti ovariche non implica necessariamente la PCOS:bisogna menzionare i casi in cui le cisti e l'irregolarità mestruale hanno differente eziologia, come nel caso di amenorrea funzionale ipotalamica (AFI).

E’ fondamentale che la diagnosi di PCOS venga fatta da un ginecologo endocrinologo in base ai criteri di Rotterdam, ovvero quando si verificano due delle seguenti condizioni:

- Alterazione del ciclo mestruale caratterizzata da flussi irregolari, infrequenti o abbondanti, amenorrea oligo e anovoluzione.

- Irsutismo, presenza di acne o caduta di capelli per iperandrogenismo.

- Ovaie policistiche evidenziate da indagine ecografica. 

- Insulino resistenza.

I fattori che rivestono un ruolo determinante nella comparsa della sindrome comprendono:

- Uno squilibrio ormonale, che coinvolge le ovaie e le ghiandole che controllano la loro attività (ipofisi e ipotalamo), caratterizzato da disfunzione ovarica e una iperproduzione di ormoni androgeni responsabile della comparsa dell'acne dell’irsutismo e dell'alopecia.

- Gli androgeni che interferiscono con la maturazione dell’ovulo. Gli ovuli sono contenuti nei follicoli presenti nelle ovaie e una volta maturi vengono rilasciati mediante "lo scoppio" proprio dei follicoli, ma nelle donne con PCOS i follicoli non maturano e si raggruppano formando cisti caratteristiche di questa sindrome.

Ormai è ampiamente documentato che il problema dell’ovaio policistico è strettamente collegato al fenomeno dell'insulino-resistenza.

L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas che modula i livelli di glucosio presenti nel sangue e l'assunzione corretta del glucosio nelle cellule muscolari e adipose.

A causa dell'insulino-resistenza, le cellule non riescono a rispondere in maniera idonea allo stimolo dell'insulina e il glucosio non viene assorbito in modo corretto: ciò comporta un aumento dei livelli di glucosio nel torrente ematico.  Inoltre l'insulina, in queste condizioni, favorisce la trasformazione dell'eccesso di glucosio in trigliceridi,  con un inevitabile aumento di tessuto adiposo, in particolare addominale.

L'insulina aumenta la sintesi di androgeni sia per via diretta sulla teca ovarica, attivando l'enzima Citocromo P450 c17, coinvolto nella produzione degli androgeni e sia potenziando la secrezione di androgeni indotta dell'ormone LH e indirettamente l’insulina diminuisce i livelli di SHBG (globulina legante gli ormoni sessuali) causando un aumento del testosterone libero.

Sulla base di queste premesse teoriche, importanti per comprendere le radici complesse della PCOS, risulta doveroso sottolineare come nel BMS l'approccio concreto verso il paziente, passa attraverso l'elaborazione dell'anamnesi BMS, unica ed esclusiva. Con una precisa tecnica, esclusiva delle metodica, posso indagare e comprendere i diversi aspetti metabolici e psicologici che compongono il mio paziente.

Successivamente posso inserire i dati anamnestici nel software esclusivo eDiet che permette di sintetizzare efficacemente i dati anamnestici con i dati clinici e quando necessario con i dati provenienti dal test Nutrigenetico BMS.

Torniamo a Francesca e come la sua PCOS è stata analizzata in una visione clinica e nutrizionale più ampia che ha permesso di intervenire efficacemente su più livelli.

Francesca aveva tentato più volte di gestire tale problematica con diversi approcci nutrizionali, ma per diversi motivi non aveva raccolto buoni risultati: dovevo quindi tener conto della sua comprensibile titubanza nei confronti dell'ennesimo approccio nutrizionale.

Punto fermo con Francesca è stato: BMS non è una dieta è un percorso cucito attorno a te, non solo la tua PCOS, ma Francesca nella sua interezza, metabolica, ormonale, psicologica.

 I suoi errori alimentari l’hanno portata ad un eccesso di tessuto adiposo viscerale, sostanzialmente ad un fegato leggermente steatosico, con inevitabili riflessi su fame nervosa, pessima qualità del sonno e conseguentemente stato ansiogeno importante con risvolti depressivi.

Lo ribadisco, nel BMS è fondamentale l’anamnesi che offre una visione a 360° del paziente per agire su più livelli contemporaneamente e modulare tutti quei fattori che concorrono a definire una precisa condizione psico-fisica.

eDiet, il software esclusivo BMS, mi ha permesso di elaborare tutte queste informazioni e proporre un percorso nutrizionale altamente personalizzato, su base funzionale e cronobiologica.

Per prima cosa ho regolato e normalizzato il senso della fame, grazie a combinazioni alimentari, esclusive del BMS, specifiche e funzionali.

Uno degli errori di Francesca era quello di fare una dieta dissociata, ovvero mangiare carboidrati a pranzo e proteine a cena; in realtà ogni pasto deve essere completo e bilanciato in modo da non produrre eccessive impennate glicemiche.

Anticipato la cena per favorire la detossificazione epatica notturna e migliori livelli di cortisolo al mattino, il tutto si è subito concretizzato con un notevole incremento dei livelli energetici giornalieri.

In parallelo ho agito sulla funzione intestinale, ristabilendone la regolarità: in questo i risultati del test di Nutrigenetica BMS mi hanno permesso di evidenziare una positività al lattosio, una difficoltà nel metabolismo della Vitamina D, specifiche mutazioni nel metabolismo dell’acido folico, un altro stress ossidativo e una forte produzione di citochine infiammatorie.

Su questi presupposti è stato facile estrapolare da eDiet le migliori combinazioni alimentari: le più efficaci per Francesca.

Elaborando i risultati del test Nutrigenetico BMS con i dati clinici, con le informazioni anamnestiche e dopo aver studiato la sua composizione corporea con un impedenziometro di alta gamma InBody 770 (che esegue accuratamente l'analisi della composizione corporea attraverso l'utilizzo di sei frequenze di misurazione per i 5 segmenti corporei e che consente una valutazione tissutale precisa insieme ad una meticolosa valutazione dello stato di idratazione segmentale e totale),  ho potuto elaborare in maniera estremamente accurata il  miglior percorso nutrizionale per Francesca, grazie all’uso esclusivo del software eDiet.

Naturalmente l'approccio personalizzato del BMS non può assolutamente trascurare anche gli aspetti emotivi e la giusta Nutraceutica.

Ho consigliato una adeguata terapia prebiotica, estremamente personalizzata, per ristabilire quanto prima lo stato di eubiosi.

Integrato con:

INOSITOLI: molecole dotate di un'azione antiossidante e insulino sensibilizzante nonchè con azione detossificante.

VITAMINA D: la carenza di vitamina D è correlata ad un aumento dei livelli di testosterone ed un aumento dell'insulino-resistenza.

ACIDO ALFA LIPOICO: antiossidante, detossificante e ipoglicemizzante

Omega 3: per modulare i fattori di infiammazione, in particolare Il6 e TNF

Folati: per migliorare la produzione dei globuli rossi, nonché l'ossigenazione e promuovere la riduzione dello stress-ossidativo e la riduzione dei livelli di omocisteina.

A tutto questo è stato necessario associare una regolare è costante attività fisica, almeno 150 minuti a settimana di esercizio aerobico di intensità vigorosa, in modo da favorire il raggiungimento del peso ottimale e la riduzione dei livelli di insulina basale e post prandiale.

Quando ho incontrato per la prima volta Francesca nel mio studio,

ho capito quanto la PCOS possa essere giustamente definita una ”ladra di femminilità”:

i segni e i sintomi dell'iperandrogenismo, altro che avere una forte azione negativa sulla sfera metabolica e riproduttiva interferiscono profondamente  sulla qualità della vita della donna, ma ancor peggio sulla sua identità di donna.

Vengono inevitabilmente coinvolti numerosi ambiti: la visione del sé, i livelli umorali, l'autostima, la sessualità, insomma una ladra si aggira nel suo corpo, una ladra invisibile che nel BMS affrontiamo necessariamente su più livelli.     

   

Francesca era insoddisfatta, annichilita, profondamente demotivata, pian piano l'ho vista risorgere, nel tempo, abbiamo affinato il suo percorso BMS, lo abbiamo cucito sempre meglio attorno alla nuova Francesca.

Gradualmente ha riferito di sentirsi sempre più energica, dormire meglio, con un umore migliore, solare. Francesca ha ripreso gradualmente possesso di sé, della sua femminilità, del suo corpo, della su vita.

Sono  davvero felice di averla accompagnata in un percorso che l'ha aiutata a ritrovarsi.

Tutto questo è il BMS

Dott.ssa Grazia Fini

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Ancora qualche informazione...

Ecco alcune delle domande riccorrenti che ti aiuterrano a capire meglio il Sistema Metabolico Bruni (BMS). Se preferisci ricevere informazioni più specifiche invece, puoi scrivere una mail cliccando qui.

F.A.Q.

Il Sistema Metabolico Bruni (BMS) è il risultato di oltre 10 anni di studi in nutrizione funzionale, nutrigenetica e cronobiologia.
L'incontro e la sintesi di questi tre importanti settori della nutrizione e della biologia, si fondono in BMS, in maniera estremamente efficace e pratica.
BMS vede la luce nel 2018 grazie alla stretta collaborazione tra il Dott. Bruni, nutrizionista ed il Dott. Renzi, esperto informatico.

BMS è rivoluzionario nel campo della nutrizione applicata, poiché è in grado di elaborare una moltitudine di parametri clinici e variabili genetiche per tradurli in un percorso di educazione nutrizionale estremamente personalizzato, altamente scientifico efficace e semplice per il paziente.
BMS è l'unico metodo che elabora i seguenti dati per tradurli in un percorso nutrizionale straordinariamente efficace e pratico:

- Parametri clinici
- Parametri genetici
- Potere terapeutico dei singoli alimenti
- Potere terapeutico delle combinazioni alimentari
- Ciclicità nell'assunzione di specifiche categorie alimentari
- Cronobiologia

BMS è in grado di elaborare sequenze nutrizionali settimanali e mensili per controllare al meglio le risposte metaboliche ed ormonali della persona. Sulla base delle informazioni cliniche inserite dall'utente e rispetto ai dati ottenuti dal test genetico-BMS, si elaborano sequenze nutrizionali estremamente personalizzate.

Le combinazioni alimentari proposte in BMS e la loro precisa collocazione temporale permettono un eccellente controllo degli ormoni e dei fattori metabolici che controllano il senso di fame, alcuni esempi, Leptina, Grelina, Insulina, Glucosio, Cortisolo, Melatonina, Serotonina.

BMS elabora il percorso di educazione nutrizionale sulla base delle reali condizioni cliniche del momento.
BMS si adegua continuamente ai cambiamenti metabolici della persona e lo guida attraverso un percorso nutrizionale estremamente dinamico, personalizzato che diventerà nel tempo un vero e proprio modello alimentare personalizzato.

BMS elabora e sintetizza una moltitudine di informazioni che l'utente andrà ad inserire nelle diverse schede conoscitive.
Alcuni esempi: tutte le patologie in atto o pregresse, tipo di lavoro svolto, se sei uno sportivo e che tipo di sport pratichi, se hai intolleranze alimentari o allergie alimentari, qual è la qualità del sonno, come è la tua funzione intestinale, se soffri di disturbi dell'andamento glicemico, in una donna qual è la condizione ormonale e tanti altri dati. Inoltre ovviamente se effettui il test genetico BMS, sarà in grado di elaborare i tuoi dati genetici con la tua condizione clinica.

Il metodo BMS è stato già adottato da migliaia di pazienti, ma solo nel 2018 fa la sua comparsa come servizio on-line. Se vuoi leggere le recensioni dei pazienti e i risultati ottenuti puoi andare nella sezione dedicata cliccando QUI.

Il test genetico BMS elaborato, dal famoso genetista Dott. K.Grimaldi, prende in considerazione i geni che controllano il metabolismo dei carboidrati, dei lipidi, numerosi geni che controllano il metabolismo dei radicali liberi e la riparazione del DNA, i più importanti geni che regolano i processi infiammatori dell'organismo, il metabolismo dell'acido folico, della Vit. D, della sensibilità al sale, della caffeina, il gene che controlla il metabolismo dell'alcool, la sensibilità al nichel, la predisposizione alla celiachia, la metabolizzazione del lattosio e i geni del comportamento alimentare. Un test genetico estremamente completo ad un costo incredibilmente contenuto.

L'analisi genetica viene effettuata in un laboratorio altamente specializzato in analisi genetiche: GENETICLAB.

Assolutamente no. Tutti i test genetici si effettuano una sola volta nella vita in quanto il suo risultato non può mai cambiare nel tempo. Questo è uno dei tanti vantaggi che comporta eseguire il Test Genetico BMS.

Assolutamente no. Puoi tranquillamente iniziare a seguire il metodo BMS con un percorso di educazione alimentare estremamente personalizzato, in seguito quando lo riterrai opportuno, magari sceglierai di effettuare il test del DNA BMS per conoscere le caratteristiche fondamentali ed uniche del tuo metabolismo.