La dott.ssa Grazia Fini, responsabile BMS dell’Aquila illustra importanti evidenze emerse in una coorte di pazienti profilati con test nutrigenetico BMS e mediante anamnesi BMS.
L’analisi pone l’accento su specifiche evidenze, emerse dall’incrocio dei dati genetici ed anamnestici: ciò rende facilmente l’idea di quali siano le potenzialità provenienti dal modus operandi BMS.
Dati genetici, anamnestici, clinici ed antropometrici, vengono accuratamente soppesati e quindi sintetizzati mediante software Ediet al fine di ottenere un percorso nutrizionale e nutraceutico, altamente personalizzati.
La Nutrigenetica
Gli individui variano nelle predisposizioni genetiche ed ognuno presenta un proprio profilo genetico; specifiche mutazioni, influenzano sensibilmente le attività degli enzimi e quindi l’efficienza o l’inefficienza di determinate vie metaboliche. Di conseguenza la quantità di macro e micronutrienti deve essere regolata facendo riferimento a tali peculiarità individuali.
Tale affermazione dovrebbe risuonare come un faro, per chi ambisce ad intervenire con precisione sulla salute umana, mediante scelte nutrizionali personalizzate e vuol condurre il paziente su scelte consapevoli, ponderate e razionali.
Il test genetico BMS permette di studiare una moltitudine di vie metaboliche, attraverso l’individuazione di polimorfismi che controllano il metabolismo dei carboidrati, dei lipidi, dei radicali liberi, dell’acido folico, della vitamina D, B, C ed A, i geni che regolano i processi infiammatori, la sensibilità al sale ed alla caffeina. Il test genetico BMS analizza anche i geni che controllano la sensibilità al Nichel, il metabolismo del Lattosio e la predisposizione genetica alla Celiachia, nonché particolari geni in grado di controllare il comportamento alimentare, in particolare in situazione di stress o riduzione delle ore di sonno.
Cosa ho evidenziato:
Le evidenze genetiche sono state messe a confronto con quanto emerso da una attenta anamnesi, focalizzando l’attenzione sulla condizione gastrointestinale, per poi allargare il focus sugli aspetti emotivi, dermatologici e sulla condizione energetica percepita dalla persona.
Connettere tali elementi anamnestici è fondamentale nel mio lavoro, in quanto posso facilmente tracciare una strategia nutrizionale precisa e puntuale, con il pieno sostegno dei dati genetici.
Caratteristica comune a tutti i miei pazienti è di avere: stanchezza cronica, gonfiore addominale, emicrania, insonnia, disturbi ginecologici: molti con tendenza colitica altri con tendenza ad una stipsi più o meno inveterata, da sottolineare come una piccola parte di essi presenti rash cutanei.
I fattori scatenanti possono essere multifattoriali e sono da ricondurre sia alle abitudini di vita delle persone sia alle radici genetiche.
In ogni caso dai resoconti anamnestici si evidenziano elementi ricorrenti:
Masticazione veloce ed insufficiente.
Dieta monotona con scarsa varietà e rotazione degli alimenti.
Pessima qualità del sonno: anche per utilizzo improprio di strumenti elettronici.
Uso importante di farmaci come inibitori della pompa protonica ed antibiotici che possono portare al disequilibrio della flora batterica “disbiosi”
Stress psicologico
Disagi emotivi, preoccupazioni che influenzano in maniera importante la qualità del sonno
Va sottolineato come la disbiosi protratta nel tempo è causa della distruzione delle giunzioni serrate, dando origine alla sindrome dell’intestino permeabile, prima tappa verso tutte quelle che sono le patologie su base infiammatoria subcronica. Inoltre, viene inibita la produzione di sostanze prodotte dalla flora batterica intestinale come vitamine del gruppo B e ridotto il trasporto del triptofano con diminuzione della formazione di serotonina e melatonina generando alterazioni sia sul piano dell’efficienza fisica che psicologica.
Oltre a questi fattori è importantissima la conoscenza di intolleranze, sensibilità e metabolismi che creano difficoltà nell’assorbimento di nutrienti accompagnato da un quadro generale di infiammazione di basso livello.
Risulta chiaro come il supporto di dati genetici provenienti dal test BMS sia di fondamentale importanza per “leggere” chiaramente il quadro clinico dei pazienti e tracciare la strategia nutrizionale migliore.
Sono la referente del metodo BMS per la provincia di L’Aquila, la presente analisi è stata effettuata su 89 test (75 donne e 14 uomini)
L’intolleranza al LATTOSIO è quella evidenziata con maggiore frequenza, sia da sola che in combinazione con la sensibilità al GLUTINE e\o al NICHEL … ma in 7 casi, sono state evidenziate tutte e tre contemporaneamente.
In questa presentazione ho focalizzato l’attenzione solamente su tre geni, di seguito si riportano i dettagli delle positività:
Naturalmente il nuovo test genetico BMS fornisce tantissime informazioni che mi consentono di studiare i dettagli metabolici del singolo paziente e sul quale posso poi agire chirurgicamente nell’elaborazione del piano alimentare.
La mole di dati su una coorte di 89 pazienti sarebbe enorme, motivo per cui, in questa occasione mi sono soffermata solamente su queste tre importanti vie metaboliche.
Di seguito alcune riflessioni sui dati genetici evidenziati:
Per quanto riguarda il NICHEL, nel test vengono analizzati 3 geni: TNF, GSTM1 e GSTT1.
In caso di alterata sensibilità al NICHEL, il nutrizionista BMS prescrive un percorso nutrizionale a basso contenuto di nichel in modo da offrire una soluzione sostenibile nel tempo al paziente.
Il nichel è un metallo presente in una moltitudine di alimenti: nel BMS scegliamo di non eliminarlo completamente per non incorrere in diete carenti di antiossidanti.
Rinforziamo la detossificazione epatica sia con combinazioni alimentari specifiche sia con nutraceutici in grado di agire sulle mutazioni genetiche responsabili di tali positività.
Per quanto banale possa sembrare, raccomandiamo ai pazienti determinate precauzioni, che insieme a scelte nutrizionali e nutraceutiche aiutano a sostenere brillantemente tale approccio nel tempo. Ad esempio: essere attenti ad evitare di indossare oggetti che possono rilasciare nichel attraverso il contatto, come gioielli, orologi, cinture, bottoni, biancheria intima di colore nero o scuro, etc., utilizzare prodotti per la igiene personale e per la casa NICHEL TESTED.
Importantissimo è l’apporto di antiossidanti, Selenio, Vitamina E, vitamina C e Omega 3, insieme ad altri antiossidanti che scelgo sulla base dei restanti geni analizzati. Ridurre l’infiammazione prodotta da varianti presenti sui geni TNF, GSTM1, GSTT1 ed anche Il6 e CRPS è centrale nella logica BMS.
La scelta delle molecole da utilizzare, che siano esse antiossidanti, acidi grassi o vitamine, nonché specifici ceppi di probiotici, viene fatta sempre sulla base di una anamnesi genetica e clinica davvero approfondita.
Per il GLUTINE, vengono testati i geni HLA, che svolgono un ruolo chiave nella tollerabilità alla gliadina, una proteina contenuta nel glutine e quindi in determinati cereali, la positività a tale test non implica lo sviluppo della malattia celiaca, ma permette di capire se il soggetto ne è predisposto.
Oggi, anche grazie agli studi del dott. Fasano, possiamo capire come una predisposizione alla celiachia può determinare una moltitudine di problematiche di tipo gastrointestinale, extra intestinale o immunitario: non è necessario essere celiaci per sviluppare alterata permeabilità intestinale o eccessiva attivazione di particolari sottopopolazioni di globuli bianchi.
Mi preme sottolineare come sovente nei pazienti positivi al test genetico per la celiachia, ma non celiaci, si riscontri ugualmente un peggioramento della sintomatologia a seguito di ingestione di glutine.
Un numero altissimo di persone è intollerante al LATTOSIO.
Il test genetico analizza una specifica mutazione sul gene LCT: tale gene esprime la proteina Lattasi, enzima capace di scindere il lattosio in galattosio e glucosio. La presenza di una specifica mutazione tale gene, determina una insufficiente produzione di questo enzima, per cui le persone perdono la capacità di digerire il lattosio.
Tale intolleranza si manifesta con importanti problemi digestivi ed alterazione della funzione intestinale, ma anche con manifestazioni cutanee e disturbi gastrici; se trascurata, può portare ad un malassorbimento di calcio e vitamina D, con inevitabili ripercussioni sul metabolismo e sull’apparato osteoarticolare, nonché sull’efficienza del sistema immunitario che è molto ghiotto di vitamina D.
Posso concludere questa rapida disamina, affermando che risulta di primaria importanza soppesare correttamente una moltitudine di informazioni quando si vuole personalizzare la nutrizione dell’individuo.
La visione BMS offre l’opportunità di razionalizzare le informazioni presenti da fonti cliniche ed anamnestiche nonché da un esclusivo test genetico che facilita enormemente il lavoro del Nutrizionista, nonché del paziente. La consapevolezza di agire non solo sui sintomi piuttosto sulle “radici” delle difficoltà metaboliche rende accattivante e gratificante tale modus operandi.
Con l’approccio BMS posso agire su una moltitudine di fattori, nulla viene lasciato al caso ed il percorso nutrizionale diventa nel tempo sempre più efficace, proprio perché, riordina, migliora, ottimizza, dalle radici il metabolismo dell’individuo.
Prossimamente analizzerò e porterò alla vostra attenzione le analisi sugli altri geni del test BMS.
Grazie!
Dott.ssa Grazia Fini
Giugno 2024
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