Ti sto osservando con attenzione da quando hai varcato quella soglia.
Mi hai inondato di parole, mi hai rovesciato addosso la porzione confessabile delle tue emozioni, potrei fermarti in ogni momento, ma è nel tuo essere vera, in questi indefiniti venti minuti, che troveremo la migliore strategia per comprendere cosa nascondi davvero.
Sandra, il nome è di fantasia, ma i fatti no: da quando mi ha visto, mi ha concesso alcune battute per i convenevoli, giusto il tempo di darle il benvenuto, poi è stata un fiume in piena.
Come posso aiutarti? Mi hai permesso di arrivare fin qui, nemmeno ti avessi slegato da una trama dolorosa. Tanto è stato sufficiente per strappare gli argini e farmi inondare dai tuoi pensieri.
Sandra, mi hai sbattuto in faccia la tua vita, mi hai costretto ad ascoltare tutti quei numeri, come fossero bandierine conquistate a Risiko, un gioco che ti vede protagonista, vittima e carnefice. Numeri confusi quanto certi, numeri intrecciati a momenti duri della tua vita, numeri pieni di significato, al contempo, espiazione di pena, numeri, nei quali ti sei incastrata e che non ti danno scampo.
Sandra, ma che vogliamo farci con tutti questi numeri? Io non sono un prestigiatore, un illusionista, forse hai sbagliato specialista.
Finalmente si è fermata: Sandra è interdetta, la osservo, la sto aspettando, ha messo il freno, non è più un fiume in piena. Sandra per un attimo ha placato il suo istinto, sta lasciando il tempo di capire se sono cretino o se è soltanto capitata nel posto sbagliato.
Adesso è il momento di rinforzare la dose: Sandra io del tuo peso, della tua storia numerica, non me ne faccio nulla, per di più non elaboro diete pesate, per di più, oggi non voglio parlare del tuo peso. È veramente interdetta, ma, ve lo giuro, non mi ha mandato a quel paese, anche se quel paese l’ho visto passare velocemente nei suoi occhi.
Quel fiume in piena ora sta meditando sull’agire. Trovo una breccia e mi ci infilo subito.
Inizia un appassionato scambio di vita: la sua, la mia, che differenza fa, siamo due esseri umani ed un titolo, un ruolo, non può certamente abilitare a regole morali differenti.
Sandra in verità è confusa, ma entrambi iniziamo a recuperare un dialogo fatto di tempi diversi, un dialogo, non un monologo, dove il livello di ascolto finalmente, sembra paritetico. Cosa recuperare di quel fiume? Cosa toccare e cosa ignorare di quei momenti bui, intrecciati a sequenze numeriche? Catene dolorose per Sandra, capaci di marcare il successo ed il fallimento, momenti di sadica illusione e durevole realtà fatta di un corpo che non le piace, un corpo che ama ed al contempo vorrebbe fosse di un'altra.
Da quell’acqua torbida dobbiamo recuperare la lucidità, fare pulizia di tutti quei fuori pista che hanno reso il lavoro di Sandra sempre più duro.
Ovviamente martoriare Sandra con le ossessioni tipiche di un approccio quantitativo, sarebbe stato ancor più distruttivo.
Liberarla anche dalla visione narcisista inculcata da chi, troppo spesso, in questo ambito, trasferisce sulla persona, la propria visione distorta.
Con Sandra ci vediamo spesso, non abbiamo quasi mai parlato di numeri, non c’è né bisogno. Tanti passi in avanti, partendo dalle emozioni che inizialmente aveva nascosto ai suoi resoconti, ma che erano tanto evidenti in quella frenesia iniziale, fatta di pause che non potevano esistere. Le emozioni, quelle vere, con il tempo sono uscite fuori: le ha recuperate e le ha ricucite insieme a quel cibo che ora è nutrimento, prima punizione ed alibi, delirio e compensazione.
Recuperare, toccare, accettare certe dinamiche, richiede molto impegno, tanto coraggio ed una dose enorme di volersi bene.
In parallelo Sandra ha recuperato il valore, vero, profondo, cruciale, del cibo, dell’alimento, del piacere di toccare con mano quanto esso sia parte profonda di noi stessi. Sandra dirige ora la sua rabbia, il suo sconforto, altrove: lo fa senza farsi del male, accettando queste sberle emozionali come parte integrante della vita. Siamo andati davvero oltre, abbiamo conosciuto insieme i dettagli sottili del suo metabolismo, senza mai passare per quei numeri che prima servivano unicamente a giudicarla, quando non a punirla.
I punti fermi della Nutrigenetica ci hanno permesso di fare quel salto in avanti verso la piena consapevolezza. Il corpo umano è meraviglioso e se impariamo a conoscere le sue potenzialità, impariamo davvero a coccolarlo, curarlo, trattarlo con rispetto. Sandra si sarebbe schiantata contro l’ennesima bilancia, se non avesse recuperato gradualmente pezzetti di fiducia, pezzetti di consapevolezza che l’hanno aiutata a dipanare quei mostri che troppo spesso la costringevano intrappolata.
Eccola di nuovo qui: tra uno sberleffo ed uno sfottò siamo entrambi soddisfatti, di quel che stiamo facendo. Sandra non mi inonda più quando varca questa soglia, il suo ritmo è armonioso, fatta eccezione per quando la provoco, la incalzo, le rompo le scatole.
Sandra ama il suo corpo, gioca con gli alimenti, ha imparato a riconoscerne la funzione, il ruolo, ne utilizza il potere terapeutico.
Sandra ora rispetta i suoi tempi, ha recuperato quel rapporto intimo tra corpo, mente, piacere, salute.
Dobbiamo ancora lavorare tanto insieme..........
Sandra mi ha insegnato tanto.
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