“Sapevi che c’è un tempo per mangiare, muoversi e concentrarsi e un tempo per fermarsi e riposare? Allineare alimentazione, attività fisica, studio e lavoro con il momento di attività dell’organismo è senza dubbio una logica sensata per ottenere il meglio dal proprio corpo.”
“Ogni cosa ha il suo tempo”
Il tempo rappresenta una dimensione essenziale negli esseri viventi. Osservando la natura non si può non rendersi conto dell'esistenza di fenomeni ritmici che si manifestano e si ripetono in intervalli di tempo di diversa lunghezza.
Esistono ritmi molto brevi che si ripetono ogni pochissimi secondi, come quelli della respirazione o del battito cardiaco; ritmi lunghi alcune ore, come l’alternarsi del giorno e della notte; ritmi che si protraggono per mesi o anni, come il ciclo ritmico mensile della donna, il letargo degli animali o il ritmo annuale delle stagioni.
Tra questi, nascosti all'osservazione diretta, esistono ritmi che regolano la trascrizione genica, la secrezione ormonale e l'attività cerebrale e che spiegano il motivo per cui, nei processi biologici, un organismo e tutte le sue componenti non funzionano sempre e costantemente allo stesso modo ma presentano delle oscillazioni qualitative e quantitative.
Difatti, ognuno di noi può certamente confermare l’esistenza, nell’arco della giornata, di momenti in cui ci si sente più in forma nelle proprie attività quotidiane, e di altri in cui è preferibile fermarsi e riposare; ma quanti sanno che tutto questo ha solidissime basi scientifiche?
La cronobiologia, dal greco Chronos e Bios – tempo e vita – è la disciplina che indaga l'organizzazione temporale delle funzioni biologiche di ogni organismo. Studia gli eventi biologici ciclici, ritmi biologici appunto, che si ripetono in tempi periodici e con diverse frequenze e che hanno un ruolo fondamentale nella regolazione delle funzioni di ogni organismo vivente.
La rotazione della Terra sul proprio asse con la conseguente alternanza di luce e buio, determina ritmi con periodicità di 24 ore, i ritmi circadiani, che consentono all’uomo e agli animali di sincronizzarsi con l’ambiente esterno e reagire adeguatamente ai suoi cambiamenti grazie alla presenza di orologi biologici endogeni, presenti nell’ipotalamo e in alcuni organi periferici metabolicamente attivi.
Questa sincronizzazione avviene attraverso meccanismi geneticamente controllati in cui, in risposta all’ input luce – buio, esattamente come un interruttore on – off, si induce l’espressione di CLOCK, un fattore di trascrizione in grado di influenzare ritmi comportamentali e fisiologici legati all’alternarsi di sonno/veglia e, di conseguenza, di digiuno/alimentazione, anabolismo/catabolismo, variazione della temperatura corporea e secrezione ormonale.
Polimorfismi a carico del gene CLOCK, in condizioni ambientali idonee, possono determinare la perturbazione dell’orologio biologico dell’uomo e di tutti i processi metabolici che sottendono ad esso.
A differenza degli animali, infatti, il cui tempo è esattamente scandito dal giorno e dalla notte, nell’uomo bisogna fare i conti con le tendenze e le esigenze sociali dell’epoca in cui vive: stress, lavori notturni, attività fisica in orari poco idonei, utilizzo della luce artificiale prolungato nelle ore notturne, assunzione dei pasti in tarda serata e ridotto digiuno notturno, poiché in grado di sincronizzare l’orologio centrale con gli orologi periferici, sono tutti modulatori negativi del ritmo sonno – veglia, pilota dei più importanti processi endocrino-metabolici che regolano l’omeostasi dell’organismo.
Sovrapproduzione di cortisolo, scarsa qualità e quantità del sonno ed errato comportamento alimentare, insulino-resistenza e iperglicemia, dislipidemie, leptino-resistenza e sovrappeso con conseguenti ripercussioni sulla funzionalità gastrointestinale e sullo stato infiammatorio, sono solo alcuni dei possibili riflessi negativi determinati da un sistema circadiano perturbato.
Relativamente alla nutrizione umana, vivere in sintonia con il proprio orologio biologico significa uniformare alimentazione e riposo al momento in cui il corpo è in grado di fornire la risposta metabolica più efficiente.
La terapia crono-nutritiva, infatti, non guarda alla semplice restrizione calorica ma si sofferma sul timing dell’assunzione del pasto e sulla riduzione della finestra temporale all'accesso al cibo rispettando tre diverse dimensioni del comportamento alimentare: orario, frequenza e regolarità.
Identificare le mutazioni sui geni che regolano il proprio orologio biologico permette di attuare valide strategie in grado di controllare, modulare e gestire il proprio comportamento alimentare nel tempo, attenuando la suscettibilità individuale allo sviluppo di patologie metaboliche ad esso correlate.
Dott.ssa Valeria Faragalli
Comments powered by CComment