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Ho dedicato diversi post all’importanza della funzionalità gastro-intestinale e dell’efficienza del microbiota. Ancora di più me ne sono occupato nel libro “BMS. Non più a Dieta ma in Salute”.

Ma resta molto di interessante da dire e scoprire. Parto intanto dalla correlazione che il BMS (Sistema Metabolico Bruni) fa tra un’indagine del microbiota e le potenzialità di un’analisi parallela con il test genetico.

Il test sul microbiota offre l’opportunità di una valutazione dello status quo intestinale relativamente all’abbondanza delle famiglie presenti nella flora batterica e alla diversificazione dei vari generi microbici presenti a livello del microbiota e quindi ci consente di capire le caratteristiche funzionali del nostro microbiota.

Comprendiamo così se c’è una tendenza infiammatoria o pro-infiammatoria e se ci protegge da un livello infiammatorio di base alto. Altra caratteristica essenziale che andiamo a considerare con questa analisi è se la nostra flora ha la capacità di un corretto funzionamento del sistema immunitario, chiamata anche immunomodulazione.

Questa immunomodulazione ci permette di comprendere quanto il microbiota può influenzare i fattori di infiammazione intestinale che ovviamente poi possono ripercuotersi sui livelli di infiammazione sistemica ma anche sulla funzionalità cognitiva ed emotiva (quello che chiamiamo asse cervello-intestino).

D’altra parte l’analisi del microbiota consente di considerare quanto le molecole prodotte dalle diverse specie batteriche siano in grado di funzionare efficacemente come barriera. Abbiamo visto infatti che quando il microbiota è gravemente compromesso si può innescare il fenomeno importante della permeabilità intestinale.

Con l’analisi possiamo vedere quanto questo microbiota possa innescare processi di infiammazione, conseguentemente quanta tendenza può esserci alla sindrome metabolica, all’obesità, al diabete di tipo II o ad accumuli di colesterolo o quanta predisposizione a patologie cardio-vascolari.

Sono informazioni di grande importanza relative alla situazione del momento dell’indagine sulla base delle quali valutare l’approccio nutrizionale più corretto ed adeguato e quale eventuale integrazione probiotica e/o nutraceutica può servire.

Parallelamente però l’analisi genetica ci offre una serie di ulteriori ed esclusive informazioni sul tempo 0 della persona, ovvero alla nascita: ci fa conoscere cioè quali sono i fattori che la persona ha ignorato o sottovalutato per anni che hanno potuto portare a un’alterazione profonda del microbiota.

Possiamo ad esempio verificare una positività al lattosio, una predisposizione alla celiachia, una sensibilità al nichel, un aumentato di acido folico e altre vitamine del gruppo B.

È evidente che disporre tanto della prima analisi, che ci dà una valutazione scientifica e precisa del microbiota, quanto del test genetico, che ci fa conoscere le caratteristiche uniche della persona, e intrecciare tutti questi dati con un’anamnesi approfondita, significa riuscire ad individuare una strategia di intervento ancora più radicale e altamente efficace.

Sostanzialmente il BMS prevede dunque un intervento nutrizionale e nutraceutico estremamente mirato, studiato ad personam.

 

 

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