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Ho già trattato dell’alterata sensibilità al nichel qui.

Torno sull’argomento in quanto problematica diffusa per la quale è opportuno un approccio ampio che abbracci la visione su base genetica.

Tanti studi clinici hanno messo in relazione determinate mutazioni genetiche con l’alterata sensibilità al nichel eppure manca un approccio più approfondito sui meccanismi di questa alterata sensibilità.

Dobbiamo dire che di solito il paziente che si rivolge al medico curante, al dermatologo o all’allergologo in presenza di una reattività dermatologica, presenta anche altre intolleranze o allergie. In effetti i geni indagati per il nichel non sono indicatori esclusivi dell’alterata sensibilità al nichel stesso ma caratterizzano la persona per una alterata sensibilità del sistema immunitario verso determinati processi.

A fronte di un quadro genetico che evidenzia questa alterazione il nutrizionista deve quindi valutare altre sensibilità e tener conto delle abitudini alimentari storiche della persona, che magari negli anni hanno sollecitato troppo un sistema che non era in grado di reggere un certo carico di allergeni.

Il disturbo infatti viene solitamente in evidenza quando, all’alterazione dei geni, si sommano fattori infiammatori, uno stress ossidativo elevato, uno squilibrio tra gli acidi grassi omega 3 e omega 6 (che giocano un ruolo fondamentale nella formazione delle membrane cellulari e il cui equilibrio è essenziale per la prevenzione di malattie cronico-degenerative, malattie cardiovascolari, malattie metaboliche).

Quando l’allergia al nichel arriva a manifestarsi, non solo a livello dermatologico ma sistemico, è perché insomma il sistema immunitario è sottoposto a un carico tossinico troppo alto. Di contro questo significa che un’alterata sensibilità genetica può (e deve) essere gestita perché la sua espressione non diventi importante non solo nelle sue tipicità cutanee ma anche a carico dell’intero organismo.

Le preziosissime informazioni del test genetico consentono al BMS (Sistema Metabolico Bruni) di orientare in maniera incisiva l’azione sul piano nutrizionale in maniera da ridurre gli effetti negativi delle mutazioni genetiche, potenziare la capacità di metabolizzazione ed eliminazione del nichel e ridurre in modo decisivo lo stress ossidativo, vero nemico silenzioso.

È necessario rispondere con adeguate scelte nutrizionali e con altissimi dosaggi di vitamina C, omega 3, estratto di cappero, quercetina, carnosina, acetilcisteina, astaxantina, probiotici e aminoacidi essenziali non in funzione anti-nichel ma per creare un terreno ideale a far lavorare l’organismo in maniera opposta ai geni alterati.

 

 

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