Il Sistema Metabolico Bruni (BMS) è il risultato di oltre 10 anni di studi in nutrizione funzionale, nutrigenetica e cronobiologia.
L'incontro e la sintesi di questi tre importanti settori della nutrizione e della biologia, si fondono in BMS, in maniera estremamente efficace e pratica.
BMS vede la luce nel 2018 grazie alla stretta collaborazione tra il Dott. Bruni, nutrizionista ed il Dott. Renzi, esperto informatico.
Il Sistema Metabolico Bruni (BMS) è un modello nutrizionale realizzato su misura della singola persona. Un paziente che diventa protagonista: protagonista della sua alimentazione e quindi della sua salute.
Le naturali scelte di fondo sono un approccio olistico e una sintesi pratica delle conoscenze scientifiche adeguate ad affrontare le istanze specifiche e uniche della persona.
Perché? Perché viviamo in un tempo in cui la salute è pensata in termini di male e rimedio e invece ritengo assolutamente necessario opporre alla generalizzazione la personalizzazione.
In realtà, infatti, ognuno di noi è unico. I geni parlano chiaro, la nostra vita parla chiaro.
Del resto il termine olismo deriva dal greco e significa “totalità”.
Quella olistica è una visione del tutto inteso come unicum e non come somma delle parti di cui è composto.
È chiaro quindi che non è una disciplina ma un approccio filosofico e come tale si può applicare a molte discipline o ambiti, come la medicina, la psicologia, la fisica, la biologia, il marketing.
E forse il più tipico esempio di struttura olistica è proprio l'organismo biologico: un essere vivente, in quanto tale, è una complessa unità-totalità, non riducibile soltanto all’addizione delle sue singole componenti.
Quando si parla quindi di medicina olistica ci si riferisce a quella concezione secondo cui l’uomo è un’unità di corpo, mente e spirito. Conseguentemente l’approccio olistico è un intervento integrato, che sfrutta i punti di forza di diverse discipline e combina diversi trattamenti, privilegiando una visione di sintesi.
Possiamo quindi sgombrare il campo dalla confusione e dallo scetticismo che girano intorno al concetto di olismo e di medicina olistica.
Alcuni la identificano con la medicina naturale, altri con la medicina psicosomatica, altri ancora la mettono in relazione esclusiva con la medicina omeopatica o con le medicine tradizionali cinese, tibetana o ayurvedica.
La verità è invece che ciascuna di queste può essere strumento ma non può esaurire tutte le caratteristiche della medicina olistica la quale appunto più che una scienza è una metodologia clinica: la medicina olistica può insomma utilizzarle tutte senza coincidere con alcuna di esse.
L’olismo concepisce uno stato di salute complessivo, che attiene a mente, corpo, aspetti ambientali e sociali. Ed ecco che questo vuol dire innanzi tutto orientarsi alla persona e non al sintomo o alla malattia. Se la finalità è il benessere, tutti gli aspetti -fisici ed emotivi- devono essere considerati insieme, nell’esclusiva unicità di ciascuno.
Allora l’approccio olistico non deve essere visto come diverso e lontano dalle metodologie di intervento della medicina tradizionale o “scientifica”. Non ne sceglie una, le abbraccia tutte. Non ne esclude una, le valuta tutte. Il paziente è affrontato nella sua interezza e con tutte le sue specificità.
La personalizzazione è dunque essenziale e ci consente quell’approccio olistico che tiene presenti tutte le componenti della persona e le loro interazioni.
La sintesi del BMS è una visione corretta del cibo: il cibo come prevenzione e terapia, il cibo come alleato, il cibo come efficace strumento per massimizzare le potenzialità dell’organismo. Un sistema che segue il paziente nella sua evoluzione clinica e nei suoi cambiamenti ormonali e metabolici.
BMS. Non più a Dieta ma in Salute
Un libro con il paziente al centro! Sì, un libro che traduce un approccio scientifico olistico in una risposta su misura di un PAZIENTE PROTAGONISTA della sua Salute.
Disponibile a breve e acquistabile anche direttamente qui sul sito!
Scrivi commento (0 Commenti)Ho già trattato dell’alterata sensibilità al nichel qui.
Torno sull’argomento in quanto problematica diffusa per la quale è opportuno un approccio ampio che abbracci la visione su base genetica.
Tanti studi clinici hanno messo in relazione determinate mutazioni genetiche con l’alterata sensibilità al nichel eppure manca un approccio più approfondito sui meccanismi di questa alterata sensibilità.
Dobbiamo dire che di solito il paziente che si rivolge al medico curante, al dermatologo o all’allergologo in presenza di una reattività dermatologica, presenta anche altre intolleranze o allergie. In effetti i geni indagati per il nichel non sono indicatori esclusivi dell’alterata sensibilità al nichel stesso ma caratterizzano la persona per una alterata sensibilità del sistema immunitario verso determinati processi.
A fronte di un quadro genetico che evidenzia questa alterazione il nutrizionista deve quindi valutare altre sensibilità e tener conto delle abitudini alimentari storiche della persona, che magari negli anni hanno sollecitato troppo un sistema che non era in grado di reggere un certo carico di allergeni.
Il disturbo infatti viene solitamente in evidenza quando, all’alterazione dei geni, si sommano fattori infiammatori, uno stress ossidativo elevato, uno squilibrio tra gli acidi grassi omega 3 e omega 6 (che giocano un ruolo fondamentale nella formazione delle membrane cellulari e il cui equilibrio è essenziale per la prevenzione di malattie cronico-degenerative, malattie cardiovascolari, malattie metaboliche).
Quando l’allergia al nichel arriva a manifestarsi, non solo a livello dermatologico ma sistemico, è perché insomma il sistema immunitario è sottoposto a un carico tossinico troppo alto. Di contro questo significa che un’alterata sensibilità genetica può (e deve) essere gestita perché la sua espressione non diventi importante non solo nelle sue tipicità cutanee ma anche a carico dell’intero organismo.
Le preziosissime informazioni del test genetico consentono al BMS (Sistema Metabolico Bruni) di orientare in maniera incisiva l’azione sul piano nutrizionale in maniera da ridurre gli effetti negativi delle mutazioni genetiche, potenziare la capacità di metabolizzazione ed eliminazione del nichel e ridurre in modo decisivo lo stress ossidativo, vero nemico silenzioso.
È necessario rispondere con adeguate scelte nutrizionali e con altissimi dosaggi di vitamina C, omega 3, estratto di cappero, quercetina, carnosina, acetilcisteina, astaxantina, probiotici e aminoacidi essenziali non in funzione anti-nichel ma per creare un terreno ideale a far lavorare l’organismo in maniera opposta ai geni alterati.
Scrivi commento (0 Commenti)
Quante volte hai desiderato perdere peso e hai creduto di non farcela?
La relazione con la bilancia può essere molto complicata e tradursi in una vera e propria lotta quotidiana. Faticosa, fisicamente e psicologicamente. E tante volte improduttiva.
Spesso il risultato non si raggiunge perché si sbaglia il percorso. Fare la guerra al cibo non è efficace, è avvilente e anche ingiusto. Ecco che frequentemente i buoni propositi sono sopraffatti…dall’appetito e dal senso di prostrazione e di tristezza che trasmette la tavola della dieta.
A rincarare la dose del disagio intervengono la rabbia o la vergogna per il fallimento, il frastuono dei luoghi comuni fuorvianti, l’insoddisfazione per l’immagine riflessa nello specchio. In realtà si insegue sovente un’idea, quella del peso ideale, come se ci fosse un traguardo fine a se stesso da raggiungere per aderire a un parametro di “bellezza”: è il modello di “magrezza” dell’immaginario collettivo che talvolta fa più danni che utili.
Scientificamente dobbiamo sostenere invece un PESO OTTIMALE che non è standard ma individuale, che è dato da un corretto rapporto tra massa grassa e massa muscolare e che è CONSEGUENTE A UN’ALIMENTAZIONE ADEGUATA E A UN BUONO STATO DI SALUTE.
Quante volte hai invidiato Tizio che mangia pasta e non mette su chili?
Quante volte hai mangiato l’insalata senza condirla con l’olio d’oliva temendo che quel cucchiaio di grasso attentasse alla tua linea?
Forse è urgente e opportuno comprendere che siamo davvero tutti diversi, che puoi sapere quali alimenti aiutano o rallentano o danneggiano il tuo metabolismo, quali caratteristiche genetiche influiscono sulla tua obesità, quanto è efficiente il tuo sistema gastro-intestinale. E forse è altrettanto urgente e opportuno smetterla di pensare a quanto mangi e concentrarti invece su
cosa, come, quando mangi.
Troppe volte, parlando di abitudini alimentari che favoriscono il sovrappeso, sei solito fermarti ai classici tormentoni dei carboidrati, dei grassi, degli zuccheri.
Niente di ciò che è frutto di una generalizzazione può dirsi scientificamente solido e indiscutibile. Nessun organismo è uguale a un altro, ogni età e ogni condizione clinica ha fabbisogni differenti. E in sintesi l’obiettivo <perdita di peso> è un obiettivo di Salute. Per centrarlo occorre un approccio approfondito e estremamente personalizzato.
Cosa significa esattamente? Significa che perseguendo la Salute incontriamo il peso ottimale! Non solo. Significa anche che la nutrizione diventa un piacere. Senza bilance per pesare ogni ingrediente, senza l’ossessione delle calorie.
Su tutto questo e molto altro ho scritto un libro, “Sistema Metabolico Bruni. Non più a Dieta ma in Salute”, che uscirà a settembre 2020. Credo possa essere un’interessante lettura!
Scrivi commento (0 Commenti)


